Grazie a Google sul traffico do ragione a Cruciani.


A Giuseppe Cruciani, conduttore de La Zanzara” su Radio 24, non credo piacciano le “notizie sul traffico” visto e considerato che spesso “lancia” quello spazio utilizzando registrazioni come quella di Giuliano Ferrara (“le strade in diretta saranno anche utili ma sono una boiata pazzesca, una cosa di una noia bestiale…eliminatele“) o quello dello stesso Cruciani (che con voce implorante ripete “mamma mia il traffico no, vi prego, il traffico no“).
Nota: entrambi questi lanci li potete trovare in fondo al post.

Ma la verità è che in fondo sia Cruciani che Ferrara non hanno assolutamente torto, anzi. Oggi come oggi le “notizie sul traffico” sono diventate quasi inutili o, comunque, mettono in evidenza un problema comune a questo tipo di servizi: non sono e non riescono ad essere in real-time. Solitamente sono trasmesse ad orari predefiniti, non riescono a fornire un quadro immediato della situazione ma solo una visione solitamente associabile a un quadro generale, sono poco precise e poco puntuali e quasi sempre si riferiscono a “prima” e non ad “adesso“. Insomma, quando servono non ci sono e quando ci sono raramente coprono il percorso dove ci si trova.

Oramai da un paio di anni il servizio più efficiente in grado di fornirti la più precisa e aggiornata immagine del traffico è offerto gratuitamente da Google. Quando si utilizza il navigatore integrato negli smartphone o tablet Android si ha una visione perfetta e precisa del traffico, con aggiornamenti puntuali e in real time. Il colore della strada (rosso, giallo o blu) ti indica il tipo di traffico di quel tratto, dove rosso significa “preparati, c’è coda”, giallo indica un tratto più lento e blu indica la normalità. E proprio grazie a queste indicazioni anche i tempi di percorrenza sono calcolati correttamente fornendo una previsione molto reale e tendenzialmente corretta.
Quando Google dice che un tratto è rosso… bisogna credergli, perchè non dice bugie anche se le informazioni sul traffico non hanno citato problemi lì. Allo stesso tempo se quest’ultime comunicano che c’è coda in tangenziale e Google segna quel tratto in blu… beh, fidatevi ciecamente di Google.
L’ultima conferma l’ho avuta ieri, ad Amburgo, mentre in taxi mi dirigevo in aeroporto. Fermi in coda il taxista ha comunicato al mio collega tedesco (che poi mi ha tradotto il tutto) che la radio aveva detto che c’era coda sino all’uscita per i terminal. Noncurante della cosa ho preso in mano il telefono e ho inserito la destinazione, scoprendo che la coda (tratto “rosso”) sarebbe finita in meno di un chilometro, incluso un piccolo tratto “giallo” e che, subito dopo, tutto sarebbe ritornato a blu. L’ho fatto vedere al mio collega che già era in panico da aereo perso, e… tempo qualche minuto la coda è lentamente sparita, molto molto prima di quello che aveva detto la radio e siamo arrivati esattamente nel tempo che Google aveva previsto.

Perchè?
Perchè il numero di telefoni con Android è talmente alto che tutti coloro che ne possiedono uno forniscono a Google le informazioni sulla propria posizione, e, quindi, la velocità con cui si muovono in quello specifico tratto di strada. Google, quindi, non deve fare altro che mettere insieme queste informazioni per calcolare la media di percorrenza di ogni tratto di strada, in quello specifico momento e riproporla a tutti gli utenti. E tutto questo senza che sia necessario fare nulla perchè le funzionalità sono parte integrante dello smartphone.

 

E, per favore, che nessuno inizi a tirare fuori le idiozie sulla “privacy”… perchè sareste ridicoli.

 

ps: come promesso ecco i frammenti audio dei due “lanci” del traffico usati da Cruciani a “La Zanzara“, citati in precedenza:

Giuliano Ferrara:

Giuseppe Cruciani:

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Una risposta a “Grazie a Google sul traffico do ragione a Cruciani.”

  1. Chi sa usare la tecnologia ha un vantaggio informativo, ma in un palinsesto “di pubblico servizio” la rubrica sul traffico ha senso nella misura in cui il pubblico stesso, tra quello e niente, non avrebbe niente perché non usa la tecnologia esistente.

    Quindi… sono inutili per il pubblico della trasmissione?
    O sono inutili solo per noi digitalmente alfabetizzati?
    E quanti siamo?
    Siamo abbastanza da far dire ad un curatore del palinsesto (che ipotizziamo anche saggio ed informato e razionale) “potremmo usare meglio questo tempo di trasmissione?”

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