La televisione seriale è una bestia strana. È allo stesso tempo una compagna e una carceriera.
Ciascuno ha le proprie serie preferite, le stagioni preferite delle serie preferite, i personaggi preferiti, eccetera.
Non ho mai amato la televisione perché non ho mai tollerato qualcuno che mi imponesse i suoi ritmi. O, più banalmente, perché fin da bambino avevo un videoregistratore e l’ho avuto un anno prima che arrivassero in Italia quegli aggeggi, quindi potevo registrarmi i cartoni animati e uscire a giocare con gli amici. Ma sto divagando.
Nell’ambito della televisione seriale (e mi limito a questo) ci sono pochi episodi che uno rivedrebbe anche una volta la settimana senza stancarsi, proprio come dei vecchi amici.
Sono episodi con cui ti trovi a tuo agio, che ti piacciono, che senti come tuoi. Proprio come gli amici, quelli veri.
Non li rivedo ogni settimana, ma magari una volta al mese mi capita di rivederne uno. Per me questi cari vecchi amici sono quattro, di due serie per molti versi uguali e opposte. Due serie che potrebbero essere lo svolgimento di uno stesso tema fatto da due bravissimi gruppi di persone.
In rigoroso ordine alfabetico di titolo:
- Day of the Dead, Babylon 5 di Neil Gaiman
- Far Beyond the Stars, Deep Space Nine di Marc Scott Zicree
- In the Pale Moonlight, Deep Space Nine di Michael Taylor e Peter Allan Fields
- The Decostruction of Falling Stars, Babylon 5 di J. Michael Straczynski
E i vostri?
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