Sarà, ma continuo a stupirmi nel vedere giornalisti che, prima di scrivere un articolo, non provano ad informarsi sull’argomento che vogliono trattare. Non pretendo certo di diventari degli esperti, ma almeno conoscere la basi di quello di cui si parla mi sembra il minimo sindacale.
Troppo spesso mi imbatto in articoli imbarazzanti, come quello del Corriere del Veneto, postato su Facebook qualche giorno fa dall’amica Betta, dal titolo “Allarme bomba sotto il ponte, ma è un dispositivo per i Pokemon“.
Se già leggendo il titolo ed il sottotitolo si poteva immaginare che l’autore fosse poco informato sull’argomento, la prima frase dell’articolo non può che confermare questa cosa: “Scatta l’allarme bomba, ma era un dispositivo di geocatching, di quelli utilizzati per il videogioco «Pokemon Go» che in questi giorni sta impazzando in tutto il mondo.“. Il resto, poi, conferma l’incredibile confusione nella testa di chi ha redatto questo articolo e che non conoscendo quello di cui sta parlando, riesce a confondere il “geocaching” (tra l’altro scrivendolo pure male all’inizio) con i “PokemonGO”. E persino la frase finale “Il gioco consiste nel catturare animali selvatici virtuali che, grazie a questi dispositivi, possono essere individuati tramite bluetooth con il proprio cellulare.” denota un’incompetenza ad altissimo livello, anche a livello tecnologico: cosa c’entra il bluetooth in tutto questo discorso?
Caro anonimo autore, capisco bene che tu abbia voluto sfruttare la popolarità del gioco, ma sarebbe stato molto meglio se prima di scrivere certe castronerie tu avessi dedicato 10 minuti a cercare qualche informazione sull’accaduto (magari leggendolo da altri articoli più precisi come quello del Gazzettino.it) per capire meglio la situazione e ed evitare di fare una figura da totale ingorante a te e alla testata.
Il “Geocaching” (che non contiene alcuna ‘t’ nel nome) è una attività/gioco che si svolge all’aria aperta con un GPS (o uno smartphone, visto che ne sono dotati) e consiste nel cercare dei contenitori (i cache) nascosti, partendo dalle sole coordinate. E’ nato nel 2000 ed è oramai diffuso in tutto il mondo e i cache si possono trovare ovunque, dalla città alle montagne e persino sott’acqua. A parte alcuni rarissimi casi, i contenitori non emettono alcun segnale e non rilevano assolutamente nulla. Ma nulla nulla. Quest’attività (fortunatamente, nda) non ha nulla a che vedere con “PokemonGO” che è un gioco nato poco tempo fa e che non ha iterazione con alcun oggetto fisico nascosto. Tutto avviene, infatti, sullo schermo del device.
Il “bluetooth” (e propendo per dubitare che tu sappia cosa sia) non c’entra nulla. Ma nulla nulla. I geocache si trovano cercandoli alle coordinate dove sono nascosti, mentre i Pokemon li si catturano quando appaiono sullo schermo del device.
Ma la domanda rimane: perchè si devono scrivere assurdità? Perchè chi deve redigere un articolo di poche righe non si informa minimamente su quello su cui deve scrivere? E’ così difficile chiedere un minimo di professionalità da parte del giornalista?
E, soprattutto, quale credibilità può avere una testata che permette ai suoi giornalisti di scrivere articoli come questo? Se dimostrano la loro totale incompetenza e ignoranza su questo argomento, perchè dovrei credere che su tutto il resto loro possano essere diversi?
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