A lezione di disinformazione /4


Quarta parte (link alla 1, 2, 3) del piccolo viaggio nel fantastico mondo della disinformazione, nato dalla lettura di un allucinante post su Facebook condiviso da un mio contatto qualche giorno fa e originato da un vorrei-ma-non-posso guru della disinformazione in ambito scientifico.
Quante cose vi vengono nascoste dai brutti e cattivi mostri de “la scienza”? Voi non potete nemmeno immaginare quanta informazione ci viene negata da “BigPharma”? Ma per fortuna ci sono gli espertoni, dei veri e propri Davide, che ci svelano la verità sconfiggendo il gigante Golia.

Anche in questo caso, così come negli altri articoli, partiamo con 3 affermazioni chiare ed esplicite che nonostante parlino di argomenti diversi tra loro hanno alcuni tratti comuni che li caratterizzano:

Il primo è, senza dubbio, l’uso del termine “hanno” per indicare un nemico immaginario. A questo si collega il secondo, ossia il fatto che questo nemico immaginario faccia di tutto per impedire al buono di rivelare il terzo elemento in comune, ossia la verità. Ma non semplice e normale: quella presentata da questo mi-credo-un-guru è senza ombra di dubbio la “verità assoluta” che lui, da eletto, ha compreso e conosce a fondo e ha l’obbligo morale di diffonderla tra i suoi adepti e boccaloni che ci credono.

Esiste però anche un altro elemento comune, meno evidente: tutte queste sue affermazione non sono assolutamente vere.

Innanzitutto iniziamo col dire che a differenza del mi-credo-un-guru-pensiero, di tutti questi argomenti se ne è parlato molto, soprattutto in ambito scientifico, l’unico che ha autorevolezza quando si trattano argomenti legati alla salute e alla medicina (e alla scienza in assoluto).
E’ ovvio che quando si è superficiali e soprattutto in malafede, puntando al consenso, ci si ferma solo alle apparenze, limitando il più possibile l’attenzione ai soli media generalisti in linea col proprio pensiero o, peggio, alle diatribe mediatiche che attraggono molto pubblico ma che nulla hanno a che vedere con la verità.

Oltretutto tutte le tre affermazioni viste sopra non trovano alcun riscontro nella realtà.

La comunità scientifica non ha certo problemi con la plasmaferesi, visto che è una terapia che si usa oramai da diversi anni e che ha trovato riscontri positivi sin dall’inizio dell’epidemia, come anche riportato da Open, in riferimento alla Cina, già a Febbraio.
Anche in Italia diversi ospedali hanno portato avanti questo protocollo, ovviamente in forma sperimentale non essendoci sufficienti evidenze e conoscenza sui risultati e sugli effetti positivi e negativi. Giusto per citare alcuni esempi, il sito del “Centro Nazionale del Sangue” del Ministero della Salute, riporta a fine Marzo la notizia che al San Matteo di Pavia era partita la sperimentazione e l’edizione pugliese di Quotidiano.it scriveva, a metà Aprile, un articolo che parlava dell’inizio della stessa sperimentazione anche in quella regione.
Diverse fonti scientifiche (e non) hanno trattato l’argomento in maniera più o meno esaustiva. Medicalfacts.it ha dedicato moltissima attenzione, all’argomento come ad esempio in questo articolo a firma di Roberto Burioni o in quest’altro a firma di Guido Silvestri, senza mai denigrarla o contrastarla.
Altre fonti legate al mondo della donazione del sangue ne hanno parlato (Avis, DonatoriH24.it), così come hanno fatto diversi media generalisti (Open, Wired, NextQuotidiano.it solo per citarne qualcuno).
Nel mondo reale (e non in quello volutamente limitato proposto dai bufalari), chi ne vuole parlare con serietà lo fa evidenziando non solo i lati positivi, ma anche le eventuali problematiche che si possono avere, tra cui, purtroppo, anche i costi. E tutti la presentano come una terapia valida ma certo non “la cura”.
Pertanto dire che è stata ridicolizzata o contrastata è una bugia di dimensioni galattiche.

Ma è anche una falsità enorme affermare che la comunità scientifica abbia “ritardato, ridicolizzato e contrastato” l’uso di cocktail di farmaci.
A dire il vero il termine “cocktail” in ambito farmacologico può essere visto in termine negativo, ma questo è soggettivo.
Ma il bufalaro in questione, evidentemente dall’alto della sua laurea in tutte le discipline legate alla medicina, ha deciso che le terapie che alcuni ospedali hanno messo in pratica per i pazienti colpiti da Covid-19 fossero osteggiate da quella stessa comunità scientifica che le usa quando necessario.
Ed è il “quando necessario” il punto focale ella questione.

Ma partiamo dall’inizio.
Per capire a quale “cocktail” di farmaci questo bufalaro facesse riferimento nel suo post ho dovuto, mio malgrado, scorrere nella sua timeline per arrivare a scoprire che principalmente lui parla di eparina e clorochina/idrossiclorochina. Ma anche in questo caso, le fonti scientifiche serie e ufficiali non fanno altro che usare l’atteggiamento tipico della scienza, ossia di cautela in attesa di evidenze e studi eseguiti secondo il metodo scientifico e non basati sulla mera osservazione empirica. E questo anche in considerazione degli effetti collaterali (ben conosciuti) che certi farmaci possono generare.
E così l’Humanitas parla positivamente dell’eparina, così come ne tratta il Policlinico Gemelli. AboutPharma Online pubblica un interessante articolo che approfondisce il rapporto tra questo farmaco e il Covid-19, ed è interessante anche quello di Scienza In Rete. Ovviamente anche fonti non scientifiche ne hanno parlato, come l’AGI che riporta la notizia dell’autorizzazione di una sperimentazione da parte dell’AIFA oppure come Wired e Open.
Per la clorochina/idrossiclorochina invece se n’è parlato molto di più, soprattutto di recente, in quanto è stata oggetto di una lunga discussione all’interno della comunità scientifica in seguito alla pubblicazione di studi pesantemente contrari che sono stati poi ritirati così da far proseguire le sperimentazioni in essere. Sperimentazioni che, come riportato anche in un articolo sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità di Febbraio, erano già state avviate da ben prima che il guru iniziasse a parlare da esperto di Covid per attirare qualche adepto in più. Per questo farmaco si è sempre andati con con maggiore cautela per i pesanti effetti collaterali che potrebbe provocare, come riportato anche dall’AIFA. Interessante l’articolo su NotizieScientifiche.it che tratta l’argomento fornendo anche un’ottima collezione di riferimenti.
Ancora una volta non esiste alcuna conferma dell’affermazione bufala di questo mi-credo-un-guru.

Argomento molto più interessante è quello legato alle due baggianate sulla Vitamina D a cui pare che questo personaggio sia molto interessato per motivi di interesse economico. Anche in questo caso non è assolutamente vero che la comunità scientifica ne abbia “deriso e sbeffeggiato” l’uso, ma, soprattutto, è assolutamente senza alcun riscontro scientifico (se non in qualche promotore e venditore di Vitamina D) l’affermazione “rivelatasi fondamentale in via ufficiale.

Ogni tanto questo bufalaro tira fuori il discorso della Vitamina D, usando fonti altamente scientifiche come quella del “Corriere dello Sport” che presenta tutte le caratteristiche che abbiamo visto nella lezione precedente, primo fra tutti il non portare alcun riferimento link a conferma del contenuto.
Ufficiale” è un termine che viene spesso usato da chi propina bufale, per far credere agli adepti che non c’è bisogno di fornire dati e conferme a riguardo.
Invece di “ufficiale” non c’è assolutamente nulla. Tutte le fonti scientifiche serie non fanno che ripetere la stessa identica cosa: la carenza di questa vitamina è collegata a un aumento delle infezioni e si stanno portando avanti diversi studi per valutare come questo possa influenzare anche il Covid-19, ma nessuno studio, ad oggi, ha ancora dato una risposta convincente. Anzi.

Qualche giorno fa Enrico Bucci ha scritto uno splendido articolo sul sito cattiviscienziati.it, nel quale sottolineava il ruolo della pseudoscienza nel correlare Vitamina D e COVID-19. E se da un lato ci sono fior di ricerche i cui risultati non supportano tale legame (ad esempio questa disponibile su ScienzeDirect), dall’altra ce ne sono (tipo questa) realizzate o pagate da chi la Vitamina D la vende, come dichiarato in modo esplicito nella sezione “Conflitti di interessi“.
Sempre sull’argomento consiglio la lettura di un interessante articolo sul sito “Dottore ma è vero che?, anche questo come il precedente molto chiaro e semplice e di altre fonti in ambito scientifico che ne parlano in modo più esaustivo, come l’Istituto Auxologico, NurseTime, Scienza In Rete. E per confermare che non esiste alcun complotto contro la vitamina D ci sono anche fonti generaliste che ne parlano, sia in Italia (i.e.: Wired, Repubblica) che nella vicina Svizzera (i.e.: TicinoOnline).
Certo è che se uno questi integratori li vende o ha qualche amico che li vende, è più giusto tenere nascosta la verità, non credete? E magari gridare al complotto.

Ebbene si. Gridare al complotto è una fantastica arma da brandire davanti ai propri seguaci, al punto di rimbambirli con una serie di affermazioni sensate, spiegate bene e presentate come vere ma che abbiamo visto non aver alcun riscontro.
E come bambini, i suoi adepti rimangono affascinati da queste teorie farlocche, facendole loro al punto di condividerle e, soprattutto, sbeffeggiare chi prova a dimostrar loro il contrario.
Perché oramai sono stati condizionati al punto da essere convinti che chiunque “osi” dimostrare le fallacie logiche del pensiero indotto, magari anche chiedendo semplicemente delle prove, faccia parte di chi ha ordito il complotto.

Uriel Fanelli scrisse più di 10 anni fa oramai, la famosa “Teoria della montagna di merda“. probabilmente una delle più chiare descrizioni dell’incredibile mondo del complottismo. Il post originale si deve essere perso, ma nel 2014 viene “rienunciata” dallo stesso autore originale con qualche sottile variazione.

Vi consiglio di leggerla con molta attenzione perché vi aiuterà a comprendere quanto sia facile promuovere immani idiozie nelle menti delle persone, soprattutto se poco attente e con zero voglia di informarsi, e quanto poi sia complesso riuscire a rimuovere tali idiozie dalle stesse menti.

E la cosa incredibilmente triste è che questo succede anche a persone intelligenti e per le quali si ha molta stima.
Pensateci.

Alla prossima dove torneremo sull’argomento, parlando di odio e nemici.


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