Seconda parte (qui trovate la prima parte) del nostro piccolo viaggio nel mondo della disinformazione, ispirato da un allucinante post letto su Facebook nel quale l’autore, uno che si pone come un guru, cerca di far passare l’assurda associazione tra “scienza” e “terrapiattismo”.
Questa volta parleremo di decontestualizzazione quale arma per manipolare le informazioni e scopriremo anche quanto possa essere brevissima la vita di un commento, educato, che chiede qualche informazione aggiuntiva.
Partiamo dall’unico frammento del post nel quale viene trattato il discorso sul vaccino anti-covid:
Chiunque abbia a cuore la verità, di fronte ad una affermazione del genere, porrebbe, con la dovuta educazione, qualche domanda del tipo: “Chi è il Sempronio che ha fatto quelle affermazioni? Esiste un link dove poter controllare? Ascoltando il video originale, Fauci non ha proprio detto quelle cose.“. Insomma, chiedere le prove dell’affermazione.
Esattamente quello che ho fatto io:
Ma, ovviamente, questo commento è durato quanto un gatto in tangenziale (cit.) ed è stato cancellato in men che non si dica. (Di questo atteggiamento ne parleremo in un altro articolo.)
A onor del vero prima avevo cercato, senza successo, qualche fonte (non mi interessava se pro-vax o anti-vax) dove si potesse trovare l’autore di tali affermazioni (è possibile che non sia stato io capace di fare una corretta ricerca).
Quello che però ho trovato è stato un post precedente, sempre dello stesso guru, che condivideva un articolo della CNBC (“Fauci tells Congress: ‘There’s no guarantee that the vaccine is actually going to be effective’“) presentandolo estrapolando alcune affermazioni in modo assolutamente decontestualizzato.
La decontestualizzazione è, senza dubbio, una delle armi più potenti utilizzate da chi vuole fare disinformazione, spesso la più semplice.
Si estrapola qualcosa, in questo caso una frase, dal proprio contesto originale e la si inserisce da un’altra parte dove ci sta perfettamente ma non c’entra nulla oppure la si mette in evidenza da sola, distaccandola completamente dal resto del discorso.
Quando parlo di disinformazione a supporto delle lezioni sulla Sperimentazione Animale mostro sempre ai ragazzi come molti di coloro che sono contrari a questa fase della ricerca tende spessissimo a citare un’affermazione che viene attribuita ad Albert Einstein.
Concludo ricordando quanto disse Albert Einstein a proposito della vivisezione: “Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni”
Michela Vittoria Brambilla, dal suo sito.
La frase è, in effetti di Albert Einstein, ma non ha nulla a che vedere con la “vivisezione“: è infatti presente in un suo libro del 1965 (“Pensieri degli anni difficili“) solo come considerazione di natura generale.
All’interno dell’articolo della CNBC pubblicato dal guru vengono riportate alcune delle frasi dette da Anthony Fauci (bio su Wikipedia) ed presente anche il video che raccoglie gli highlights di quell’intervista, incluse le sue affermazioni sui vaccini (dal minuto 5:35 circa).
E quello che lui dice è esattamente quello che dice qualsiasi medico (“mainstream“) serio e competente.
Fauci, ad esempio sottolinea, che non c’è assoluta garanzia che il vaccino abbia effetto perchè nonostante si abbia tutto quello che serve al posto giusto non è detto che ci sia una immunizzazione efficace e duratura. Ma subito dopo afferma (min. 5.54) “Given the way the body responds to viruses of this type, I’m cautiously optimistic that we will with one of the candidates get an efficacy signal.”, che si può tradurre con “Considerando le modalità con cui il corpo risponde ai virus di questo tipo, sono cautamente ottimista che con uno dei candidati otterremo un segnale di efficacia.“
E questa è la differenza tra chi conosce la scienza, che usa sempre la fondamentale cautela e chi invece se ne esce con frasi ad effetto, vere proprie sentenze come quella (vista nella prima parte) in cui afferma senza alcun dubbio che la scienza sbaglia e che per salvarsi dal coronavirus è necessario fare il contrario di tutto ciò che viene detto.
Guido Silvestri (bio su Wikipedia) ha scritto un interessante articolo su Medicalfacts, dove fa il punto sullo stato del vaccino, analizzandone le caratteristiche e problematiche e, soprattutto, sottolineando anche alcuni possibili scenari, dal più rosee al meno roseo. Perché è così che la scienza, quella vera, lavora. Con cautela e precauzione, basandosi sulla conoscenza che deriva dall’analisi dei dati e delle evidenze.
Edit del 19/05/2020
Anche oggi MedicalFacts ci propone un’altro interessante articolo che fa il punto sullo stato dei vaccini anti-covid, a firma dell’epidemiologo Pierluigi Lo Palco.
Ah, per la cronaca, Fauci, sempre nella stessa audizione al Senato USA, conclude il suo discorso sui vaccini affermando (dal minuto 6:37 circa) che lui è “cautiously optimistic that we will have a candidate that will have some degree of efficacy, hopefully a percentage enough that will induce the kind of herd immunity that would give protection to the population at home.“, ossia “cautamente ottimista sul fatto che avremo un candidato che avrà un certo grado di efficacia, si spera una percentuale sufficiente per indurre il tipo di immunità del gregge che fornirebbe protezione alla popolazione a casa.“
Nulla a che vedere con ciò che il guru ha detto.
E nulla a che vedere nemmeno con il commento di presentazione che lo stesso guru aveva utilizzato nel post che aveva fatto con il link all’articolo della CNBC. Frasi singole, mostrate come affermazioni completamente distaccate dall’intera parte della testimonianza di Fauci dedicata al vaccino anti-covid. In questo modo poteva portare i suoi adepti a credere esattamente quello che lui voleva far credere a loro, che non era il pensiero originale.
E ovviamente senza spingere o anche invogliare ad approfondire.
Al contrario questo è proprio ciò che bisognerebbe sempre fare. Non dovremmo mai accettare la prima cosa che ci viene detta come “verità” (“Bias dell’ancoraggio”, visto nella prima parte).
Non importa se in linea o meno con il nostro credo, se ci interessa un argomento noi dovremmo sempre avere l’umiltà di informarci e approfondire. E ancora di più dovremmo seguire questa regola se chi ce lo propone non ci invita a farlo e non ha alcuna competenza in quello specifico ambito.
E questo vale anche per me.
Quando vado nelle scuole non mi permetto mai di affermare che ciò che dico debba essere preso come vangelo o come un dogma, anzi. Invito sempre ad essere curiosi e andare oltre.
Esattamente come ho sempre detto a mia figlia.
Alla prossima, dove parleremo di “fonti”!!!
Una risposta a “A lezione di disinformazione /2”
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